
RICKY MARTIN E’ BONO E BASTA
RICKY MARTIN E’ BONO E BASTA
La questione omosessualità ritorna e lo fa con un tweet , durante una manifestazione come quella del Festival di Sanremo, lanciato dalla presentatrice Caterina Balivo in occasione della performance di Ricky Martin, cantante gay dichiarato. “Ricky Martin sei bono pure se sei fr@@cio”. E ritorna anche il tema del linguaggio utilizzato in rete senza filtri che, inevitabilmente e nella fattispecie, innesca meccanismi misti fra omofobia, della più becera, e difesa della libertà. Si trascura, soprattutto, quanto queste “incursioni” sul web siano capaci di alimentare un odio verso determinate categorie che, se inizialmente sottaciuto, sfora improvvisamente, e nemmeno tanto, in episodi di violenza inaudita. Mi viene in mente la strage di Orlando a giugno dello scorso anno, che, oltre alla drammaticità dell’evento, ha vantato una “risonanza” oltre i confini degli States, capace di inquadrare il crimine, per la sua efferatezza,a livello “tragedia” in una sorta di macabra classifica. Si. Perché contano anche i numeri dei morti ammazzati, sia per l’ omicida che per l’ opinione pubblica visto e considerato che il peso di tali ignobili atti dipende da quanti cadaveri vengano lasciati a terra. Basta osservare come l’informazione, e non solo il libero opinionismo sulla rete, si prodighi in considerazioni “border line” quali trovare la giusta collocazione nell’infinita casistica mortuaria ai vari episodi criminosi distinguendoli anche per “genere”.Ci si è spinti oltre la classica ripartizione in maschi e femmine, con ulteriori sottoinsiemi distinti per età, stato civile e crudeltà del gesto( pensiamo al femminicidio) annoverando gli omosessuali come “new entry” tra le categorie più aggredite di recente. Certo è che la strage di Orlando non può lasciare indifferenti, e non solo per l’accaduto (e quindi, non per gli oltre 50 “gay” uccisi ma per oltre 50 persone che sono morte per mano di un invasato) quanto per le reazioni che ha generato ovunque. In Italia, dove in fatto di civiltà, gli ultimi ricordi risalgono all’antica Roma e a qualche amarcord per Federico II, la verità è che gli omosessuali sono, per la società civile, esattamente ciò che gli ebrei furono per Hitler. Certo, oggi, è cambiata la comunicazione rispetto all’argomento, nel senso che “democraticamente” si affronta il tema anche a livello istituzionale mascherando dietro un pseudo riconoscimento quella che rimane una categoria da tenere ben “alla larga”, giusto per rimanere sul terreno della correttezza del linguaggio. Rimane il fatto che espressioni come quelle della presentatrice, seppure per certi versi abbinate alla goliardìa, indicano chiaramente che non siamo capaci di riconoscere ciò che in realtà a noi manca: la libertà di scegliere chi amare a prescindere da chi sia, la libertà di scegliere come condurre la propria vita a dispetto di quelle che sono le convenzioni alle quali siamo abituati per costume e con le quali ci allevano. E siamo talmente “invidiosi” della libertà altrui che rivela quanto sia apparente quella di cui ci fregiamo, che siamo disposti , come nel caso di Orlando, a compiere cose atroci pur di impedire che altri possano vivere liberamente ed affermare che è la nostra la vera libertà, quella che risponde alle regole da non infrangere, agli status che ci assimilano agli altri e non ci rendono diversi, quella libertà che identifica l’appartenenza del singolo ad un qualcosa. Il bacio tra i due omosessuali americani che ha scatenato l’ira dell’omicida non è diverso dal bacio che possono scambiarsi due eterosessuali. E’ la libertà di quel bacio, l’amore incondizionato presente in quel gesto che lui, come tantissimi altri, non accettano, e se non siamo capaci di rispettare la libertà altrui dovremmo pensare che le nostre catene non si liberano ingabbiando gli altri ma semplicemente comprendendo che c’è altro a parte noi.In fondo basterebbe ricordare che la nostra libertà finisce nel momento in cui comincia quella dell’altro senza lanciarci in inutili sermoni.
DI TERESA LETTIERI IL 09/02/2017