
PRANZO DI PASQUA CON MENU’ INTEGRALISTA
PRANZO DI PASQUA CON MENU’ INTEGRALISTA
Una delle crociate più feroci che, con l’arrivo della Pasqua più che a Natale, si consuma sulle nostre bacheche, per fortuna, vede come protagonisti i sostenitori del vegano e quelli della carne. In effetti i menu che da qui a qualche giorno affolleranno la rete brulicano già di teneri agnellini e miti coniglietti, per ora trasformati in personaggi animati nel tentativo di dissuadere la popolazione italiana dal loro consumo. In attesa del sacrificio del banchetto domenicale che si trascinerà anche nella gita fuori porta, dietro la proposta di menu alternativi a base di ricche insalatone, che poco si sposano con la tradizione del Passaggio, e la celebrazione di tutto il calendario quaresimale altrettanto blasfemo per l’occasione, le associazioni vegane si prestano a scontri feroci che, obiettivamente, nel rispetto della libertà del singolo, non hanno motivo di esistere. E perché feroci? Semplicemente per i toni che superano il civile confronto tra chi si nutre di soli alimenti che rifuggono il consumo di carne, pesce, formaggio e uova e chi li introduce normalmente nella sua dieta quotidiana. Non è escluso, tuttavia, che vengano tirati in ballo anche personaggi più o meno noti, che, a vario titolo, si fanno interpreti con le loro provocazioni del clima estremo che si stabilisce in queste occasioni .Accadde lo scorso anno a Cruciani e Cracco. Ma che avranno mai in comune un conduttore radiofonico ed uno chef? L’uno, inneggiava con una finocchiona (salame) sulle pagine social alla vigilia di Pasqua; l’altro, chef ormai prestato alla televisione, sacrificava un piccione alias colombo (senza scendere nei dettagli eventuali della genetica) meno male non a Pasqua, per non “sfigare” almeno il messaggio di pace durante le sante gozzoviglie. Entrambi, quindi, agli onori della cronaca per aver maneggiato carne, non importa di quale specie, entrambi vittime in un modo o nell’altro della categoria più integralista della storia dell’alimentazione mondiale: i vegani. Sarà che questi avranno preso in prestito dai musulmani, categoria anch’essa gettonata al momento per altre “CARNEficine”, il credo fondamentalista che li rende riluttanti a qualsiasi altra forma di pensiero, ma di recente almeno la frangia più estremista del movimento “no carne e derivati” ha adottato forme di “protesta” piuttosto eccessive verso che si occupa, come nel caso di Cracco anche di carne in quanto chef, o chi ne parla semplicemente pur provocando la categoria. Il sit-in davanti il ristorante del noto cuoco milanese, reo di aver cucinato il volatile durante una puntata di Masterchef nel febbraio precedente, si è arricchito anche di una denuncia inoltrata dall’ Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente a sostegno sempre del piumato, protetto dalla legge nazionale ed europea. Forse, l’unica protezione reclamata era quella dalle telecamere che inevitabilmente riaprono la questione “occhio non vede cuore non duole”, mascherando qualsiasi velleità ambientalista che è molto “in” di questi tempi. Per il conduttore de “ La Zanzara” le provocazioni (evviva Maria se ancora esistono in questo paese di yes-man) gli sono costate, soprattutto dopo il selfie con il salame, la cancellazione dell’immagine incriminata da Facebook, in quanto non rispettosa, oltre ad una serie di vituperi (assolutamente non cassati dal gestore del social ma dalla naturale eliminazione del post). E’ singolare come nel nostro paese si pensi e si agisca per categorie che invece di portare avanti la propria mission, sia il ricamo e il bricolage oppure la protezione della violetta di Vattelapesca, sembrano eserciti strategicamente schierati per dimostrare l ‘inutilità se non la pericolosità delle altre. E come dice Michele Serra nel suo editoriale del 4 aprile, il TIN, Tasso di irritabilità nazionale, pur non misurabile scientificamente sembra aver raggiunto valori impressionanti ormai percepibili ovunque. Si litiga dappertutto, si offende e si è offesi. E, se conta l’esempio, di certo non possiamo dire di esserne privi: puoi negare l‘Olocausto, dare della cicciona, bullizzare i compagni che poi si lanciano dalla finestra, tritare le palle a sconosciuti, fotografarti il culo, ma se pubblichi una foto con un salame in braccio te la tolgono perché “non rispetta gli standard della comunità” (fonte Luca Bizzarri, attore, comico e conduttore televisivo). Comiche social!
DI TERESA LETTIERI IL 05/04/2017