C’E’ INTELLIGENCE E….INTELLIGENCE
C’E’ INTELLIGENCE E….INTELLIGENCE
Sembra che non ci sia verso di intercettare con adeguato anticipo le attività terroristiche impegnate nella pianificazione di attentati che ormai sono riusciti a darsi addirittura un programma cadenzato senza deludere alcun territorio. Dopo i drammi di Parigi, Bruxelles e Nizza (solo tra i più recenti), gli ultimi fatti di Londra e quello di San Pietroburgo confermano un trend difficile da arginare e ancor più da prevedere. Si continua a parlare di cellule terroristiche sparse sul territorio europeo, tra Italia, Gran Bretagna e Germania che, a detta del direttore della National Intelligence americana, rappresentano oggetto di preoccupazione “per noi e per i nostri alleati europei”. Come dire che la primavera è arrivata insieme alle allergie, non senza preoccupazione per chi soffre e rischia uno shock anafilattico ma non possiamo farci nulla se non prendere antistaminici e cortisonici. Quindi, in buona sostanza cercate di ridurre al minimo indispensabile l’uso di metropolitane e di luoghi affollati, bersagli privilegiati e avanti fino alla prossima poiché nonostante le minacce valutate attentamente dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) finora non ci sono evidenze di attacchi pianificati. E per fortuna, mi verrebbe da dire dopo le due bombe nella metro russa di ieri mattina. A conforto, se tante volte potesse servire, finalmente da una fonte che ha preferito l’anonimato, viene svelata una grande verità: non esiste alcuna Intelligence in Europa capace di far fronte in anticipo agli attacchi terroristici a causa della mancata condivisione delle informazioni. I servizi segreti sono in piena modalità “gelosia” che rallenta la circolazione delle notizie oltre alla diffidenza e quindi alla incomunicabilità reciproca. Una soluzione, riporta sempre la fonte anonima, potrebbe essere quella di chiudere alcuni dei migliori funzionari dei 6/7 Stati principali in una stanza, muniti di Pc e banche dati nazionali, con l’obbligo di aggiornarsi a vicenda ed in tempo reale: in caso contrario, non si riuscirà affatto ed in alcuna maniera a prevenire altre aggressioni. Cullati dagli eroici Bond-man, abbiamo vissuto nella consapevolezza che tra una acrobazia e una piacevole liaison di elevato spessore passionale, c’era chi difendeva il Mondo . In sintesi, dovere e piacere coniugati con estrema perizia e risultati degni di agente segreto firmato Fleming. Sarà che le scuole dove si formano le nuove leve dell’intelligence internazionale presentano i requisiti della “Radio Scuola Elettra” o dei recuperi “CEPU”; sarà che il reclutamento,come in Italia, venga affidato ad un portale internet, dove si possono presentare “candidature spontanee”, una sorta di canale aperto per la creazione di potenziali aspiranti ( un po’ come le nuove proposte di Sanremo,) dove non si comprendono i criteri di selezione all’accesso, fatto sta che la gelosia tra spie e quindi tra intelligence sta minando fortemente la riuscita delle operazioni anti-terrorismo. Se a tutto ciò si aggiunge che le informative sugli attentatori rimpinguano cartelle e cartelle che solo dopo l’evento dinamitardo vengono svelate alla stampa quasi a dire…”Aho’ ma noi sapevamo tutto di Salam, Salem e Salim”, (anche la dieta per giovani attentatori seguita durante il Ramadan, le permanenze autunno –inverno sul suolo europeo, le pizze consumate, tassativamente “integrali” con i pedaggi autostradali dettagliati al secondo), si comprende che probabilmenteci sarà pure qualche altra defaillance “didattica” a pesare sulla buona riuscita dell’intervento. Oltreoceano invece, tutto scorre diversamente e sebbene le figuracce di un altro colosso dello spionaggio a stelle e strisce non siano meno eclatanti, ci si adopera differentemente per mantenere altro il nome del gruppo. E’ sufficiente ricordare quanto accaduto all’FBI che è riuscita ad accedere nientepopodimeno che al telefonino dell’attentatore di San Bernardino superando pure la reticenza della mitica Apple e dei suoi Melephone (entrando in contenzioso)e ricorrendo ad un metodo sul quale vige ancora il mistero. Tra le diverse ipotesi, la più accreditata è parsa quella del “terzo soggetto”, una presunta cybersocietà israeliana autrice dello sblocco telefonico ingaggiata dalla nota agenzia investigativa pur di arrivare alle informazioni.. ma sono solo presunzioni. Rimane il fatto che Capitan Cook da Cupertino ha dovutofirmare la resa,nonostante l’appoggio di Google e Twitter e sopportare un accesso brute-force.Anche in questo caso, la gelosia per l’informatore segreto ha animato i racconti di spionaggio, raggiungendo tuttavia, obiettivi molto diversi……E se intercedesse S. Giuseppe da Copertino a favore degli studenti di intelligence nonchè santo dei voli per raccordare gli 007 vicini e lontani? Mi pare una botta di intelligence!
DI TERESA LETTIERI IL 04/04/2017